La questione San Siro continua a tenere banco tra tifosi, club e amministrazione comunale milanese, con un dibattito che sembra destinato a segnare il futuro del calcio nella città di Milano. Negli ultimi giorni, la Giunta del Comune ha approvato una delibera che permette la vendita dello stadio e delle aree limitrofe a Inter e Milan, aprendo così la strada a un investimento privato per la costruzione di un nuovo impianto sportivo moderno e funzionale.
Beppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, ha espresso preoccupazione per la situazione attuale definendola “imbarazzante”. Durante un’intervista a Sky Sport, Marotta ha sottolineato l’importanza che Milano mantenga un ruolo da protagonista in Europa e nel mondo, soprattutto nel panorama calcistico. Lo stadio San Siro, infatti, non è più idoneo a ospitare eventi di livello come la finale di Champions League o gli Europei 2032, e questo rischia di penalizzare non solo i club ma anche la città stessa.
L’idea è quella di costruire un nuovo stadio nelle adiacenze dell’attuale Meazza, con un investimento privato al 100% a carico di Inter e Milan. I vantaggi per il Comune sarebbero notevoli: aumento di turismo, crescita occupazionale e maggiore attrattività. Tuttavia, il progetto non è privo di ostacoli. Tra le richieste della Giunta c’è che almeno il 50% dell’area resti a verde, con parte del verde profondo di proprietà comunale. Inoltre, sono state inserite clausole per impedire operazioni speculative sulla proprietà.
Marotta ha anche evidenziato il rischio concreto che, se il problema stadio non si risolvesse rapidamente, Inter e Milan potrebbero pensare a soluzioni fuori dal Comune di Milano, con un impatto non solo sportivo ma anche socio-economico per la città. Il dirigente si è detto però ottimista, apprezzando il lavoro del sindaco Sala e confidando che il buon senso prevarrà nelle decisioni future.
In sintesi, il futuro dello stadio San Siro è appeso a un filo tra burocrazia, investimenti privati e interesse pubblico. Inter e Milan rappresentano due eccellenze del calcio italiano e internazionale, e la necessità di un impianto moderno e competitivo è fondamentale per non perdere terreno con le altre grandi città europee. Il Comune di Milano, dal canto suo, dovrà trovare un equilibrio tra sviluppo urbano, tutela ambientale e rilancio sportivo per garantire a Milano un futuro degno del suo prestigio globale.